Competenza, creatività e capacità d’ascolto: ecco cosa si aspetta la gente da un architetto

Lo aveva anticipato lo scorso anno la ricerca Makno – Mario Abis commissionata dal Cnappc, e la tendenza si conferma: la gente comune desidera confrontarsi con professionisti sempre più attenti a sviluppare soluzioni aderenti ai bisogni delle persone.

Il mito dell’archistar è sulla via del tramonto?

Più o meno. O meglio, se per quanto riguarda i progetti di ampio respiro e interesse pubblico le grandi firme dell’architettura internazionale restano punti saldi di riferimento – di pochi giorni fa la notizia che Steam srl si occuperà della riqualificazione della Caserma di Via Piave a Padova in collaborazione con David Chipperfield – lo stesso non si può dire per i progetti “di massa”, dedicati alla gente comune.

Secondo quanto è emerso dall’indagine Makno (fondata dal sociologo prof. Mario Abis) ha sviluppato la scorsa estate per conto del Consiglio Nazionale degli Architetti, l’opinione comune vede l’architetto come figura fortemente legata alla contemporaneità, il cui compito è quello di utilizzare competenze tecniche e doti creative per dare risposte coerenti ai bisogni delle persone.

Per la prima volta in assoluto una ricerca simile ha interrogato le persone comuni, committenti potenziali quindi, sulla loro percezione dell’architetto, che gode sì di buona reputazione, ma anche di un buon carico di responsabilità e aspettative.

Emerge una figura professionale che deve saper essere sempre più vicina alle persone, sempre più attenta alle dinamiche sociali e umane, in grado di interagire e relazionarsi anche dal punto di vista psicologico con il proprio assistito.

Architetti e Interior Design: creatività al servizio del benessere psicofisico

Da sempre ci impegniamo a cercare di diffondere un messaggio chiaro: l’architetto è l’interlocutore migliore con cui interfacciarsi per progettare il proprio rifugio domestico dalle sue fondamenta all’ultimo complemento d’arredo.

Limitarsi a “utilizzarlo” per sbrigare pratiche burocratiche, progettare gli esterni e disegnare la disposizione delle stanze interne è controproducente, è un lavoro lasciato incompiuto o, peggio, un lavoro che perderà in armonia perché completato da qualcun altro.

Immaginatevi di rivolgervi a un medico e andarvene con in tasca solo una diagnosi ma non una cura perché “Tanto posso scegliere i farmaci da me” o “Tanto me li segnalerà il farmacista”. Lo fareste con voi stessi? E allora perché farlo con la vostra casa, lo spazio che influenzerà il vostro stato emotivo, che vi farà stare bene ma che, se non adeguatamente allestita, potrebbe al contrario produrre in voi disagio e un senso di inadeguatezza?

Lasciate che l’architetto vi assista davvero dalla A alla Z, lasciate che vi segua anche nell’arredo e nella decorazione degli interni, aiutandovi a tenere sotto controllo il budget ottimizzandolo al massimo per portare a casa un risultato armonico, per far raggiungere alla vostra abitazione lo status di #Habitat.

L’Interior Design è il naturale completamento dell’Architettura, coinvolge l’intimità più profonda delle persone, il loro mondo personale. Perché deputarlo al fai da te o a un negozio d’arredi il cui unico scopo è quello di soddisfare logiche di vendita, non di consegnare un progetto armonico e sensato a chi entra?

L’Architettura è creatività al servizio di una scienza esatta, e deputa all’architetto responsabilità di tipo civile, penale ed economico a cui si aggiungono oggi aspettative nuove da parte della società, come il rispetto dell’ambiente circostante.

La Decorazione e l’Allestimento degli Interni è creatività al servizio delle emozioni, delle sensazioni, dell’energia, del benessere psicofisico, e deputa all’architetto responsabilità di tipo fortemente morale, intervenendo direttamente sulla vita delle persone.

Ecco che, riprendendo in considerazione l’indagine Makno, oltre a competenze e creatività diviene fondamentale per l’architetto che si occupa di interni allenare la capacità di ascolto e dialogo con la persona che si rivolge a lui, e trovare un supporto esecutivo che gli permetta di concentrarsi su questa parte – meravigliosa aggiungiamo noi – del mestiere.

A voi persone, committenti, diciamo: “Fidatevi dell’architetto, proteggete il vostro Habitat!”

A voi architetti, consulenti, diciamo: “Allenatevi all’interazione, dedicatevi al 100% al rapporto con il cliente!”